tag:blogger.com,1999:blog-83215870344363324002024-03-04T23:13:34.534-08:00PsicoAppuntiSintesi, recensioni e commenti di libri e articoli di psicologia.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-8321587034436332400.post-28015262634783621442014-01-03T06:21:00.000-08:002014-01-03T06:21:37.248-08:00Psicologia dei legami familiari- Scabini e Iafrate<a href="http://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/240/901/9788815089014.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/240/901/9788815089014.jpg" /></a>Leggere libri è sempre un piacere. Alcuni libri, poi, vengono letti con maggior interesse se per qualche motivo rispecchiano qualcosa di te o se trattano di argomenti vicini al tuo percorso di vita.<br />
Questo libro che vi presento oggi è capitato al momento giusto: iniziando un nuovo percorso, il matrimonio e la famiglia, ha portato in me qualche conoscenza in più, qualche suggerimento e molta consapevolezza di aver fatto la cosa giusta.<br />
Se pensiamo che "nessun uomo è un'isola" e che, noi uomini siamo "animali sociali", allora dobbiamo anche sottolineare che le nostre prime relazioni nascono in un contesto ben preciso: <i><b>la Famiglia</b></i>.<br />
Due illustri professoresse della Cattolica di Milano, <b>Scabini e Iafrate</b>, perlustrano sia i cambiamenti avvenuti negli anni nei nuclei familiari, sia le diverse teorie familiari, proponendone un nuovo paradigma, ossia, quello relazionale-simbolico.<br />
<a name='more'></a>Partiamo proprio da questo ultimo concetto.<br />
<i>"La famiglia è un soggetto fatto di relazioni, di legami e che genera legami connettendo tra loro le persone". </i>Le relazioni sono il collante, anche inconsapevole, tra i membri della famiglia. Non si tratta di semplici interazioni (cioè la comunicazione e gli scambi del vivere quotidiano), ma di qualcosa al di sopra. Con il costrutto di relazione si intende non solo gli aspetti del legame (<i>re-ligo</i>), ma rimanda ai riferimenti di senso (<i>re-fero</i>) che il legame stesso sottointende, rimanda alla storia delle generazioni da cui ogni membro proviene, alla storia culturale e a quella sociale.<br />
<br />
Prima di spiegare il "simbolico" di questo paradigma, è necessario che vi dia alcune informazioni sul concetto di simbolo in psicologia sociale e culturale.<br />
L'uomo è un animale simbolico, affermava <b><i>Cassirer</i></b>, per esprimere il concetto che il sistema mentale umano è capace di esprimere la realtà sotto
forma di simboli, che traducono in concreto ciò che altrimenti
resterebbe solo un elemento proprio delle idee. Il <i><b>simbolo</b></i> è qualcosa che viene riconosciuto all'interno di un gruppo o di una società come qualcosa avente uno specifico significato (pensiamo per esempio alla bandiera italiana, alla svastica, alla M di McDonald...). La cultura stessa è un'insieme di simboli, il linguaggio è un'insieme di simboli, il sistema numerico è un'insieme di simboli.<br />
Possiamo concludere che l'uomo per relazionarsi con un'altro soggetto usa dei simboli per tradurre il suo pensiero e la sua realtà.<br />
In una famiglia si vengono a creare numerosi simboli che hanno significato per le persone appartenenti a quel nucleo. L'insieme di questi simboli viene denominata, dalle autrici di questo libro, <i><b>il famigliare.</b></i> <i>"...cioè la matrice simbolica del legame tra i sessi, le generazioni e le stirpi..."</i>. I fattori che qualificano questa struttura simbolica sono: il fattore affettivo (fiducia/speranza) e il fattore etico (giustizia/lealtà).<br />
Inoltre, all'interno di una famiglia avviene uno <i><b>scambio simbolico</b></i>. Ogni relazione familiare è caratterizzata da un dare e un ricevere ed ogni tipo di relazione è alimentata da una specifica forma di cura: la relazione coniugale si basa su una cura reciproca, quella genitoriale da una cura responsabile, la relazioni tra stirpi da una cura della eredità.<br />
<br />
L'ultimo concetto di interesse su cui vorrei soffermarmi è il <i><b>cambiamento familiare</b></i>. Essendo formata da persone, anche la famiglia ha uno sviluppo. In base ai cambiamenti e alle diverse fasi evolutive dei componenti, la famiglia subisce quelle che vengono chiamate <b><i>transizioni chiave della famiglia</i></b>, ossia,<i> "i passaggi cruciali della storia della famiglia innescati da eventi critici prevedibili e imprevedibili, segnati dall'acquisizione di nuovi membri (matrimonio, nascite...) o dalla perdita (morti, separazioni...) o da nuovi rapporti con il mondo sociale (inserimento scolastico o lavorativo...)."</i><br />
Ogni transizione è un evento critico, che produce un periodo di disequilibrio, che fa emergere il tipo di relazione tra i vari componenti, che è superabile attraverso le risorse che la famiglia ha a disposizione.<br />
<br />
Scabini e Iafrate elencano in dettaglio le varie transizioni della famiglia, dei coniugi, dei genitori e dei nonni mostrando i cambiamenti tra la società passata e quella presente, evidenziando degli aspetti che possono essere considerati rischiosi nella nostra società.<br />
Concludendo invito alla lettura non soltanto chi, come me, si agginge a effettuare una transizione nella sua vita familiare, ma ogni persona affinchè possa vedere con altri occhi la famiglia a cui appartiene. <br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8321587034436332400.post-68973722105900481142013-12-10T07:53:00.000-08:002013-12-10T07:53:06.170-08:00L'avvenire di un'illusione- Sigmund Freud<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPj81kgsVd-5YDEfo2MBhgY9rINxpKrLfL15h-wXPOdarXrqRSb2v0yZuxfzR1I-lMXZ_J2CUnWb8r1_Gv0ilanIzBonHFJq1jYUZV3K38Na4gPrVLWb3QPFPtoRLp1z_SH0JgrURm_1c/s1600/freud-sigmund.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPj81kgsVd-5YDEfo2MBhgY9rINxpKrLfL15h-wXPOdarXrqRSb2v0yZuxfzR1I-lMXZ_J2CUnWb8r1_Gv0ilanIzBonHFJq1jYUZV3K38Na4gPrVLWb3QPFPtoRLp1z_SH0JgrURm_1c/s200/freud-sigmund.jpg" width="195" /></a>Un blog di psicologia non può non passare dai pensieri di "Papà" <b>Freud</b>.<br />
<div>
E non sarà questo il primo blog a farlo. Nonostante tutto, non vi farò un riassunto del "<i>Interpretazione dei sogni</i>" o del "<i>Introduzione alla Psicoanalisi</i>"(non in questo post per lo meno...), ma vi propongo un piccolo saggio intitolato<b> "L'avvenire di un'illusione"</b>. Si tratta di una critica alla religione e una spiegazione psicologica di questo bisogno dell'uomo di praticarne qualche sua forma. <br />
<a name='more'></a></div>
<div>
<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifI1fr3oZJVkKX_FT40OyMyx_sBcv-32V0134c8-go-xKnP0X9686kTQPF5XW8qzMCtgrVsE5JJf-z6lBhBb4hgvrGv-MKLiqkmiuZ_qZgJD1AfU5nCoT6EJXK6VzIWCv-yc4lrTi98Yg/s1600/8833905497.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifI1fr3oZJVkKX_FT40OyMyx_sBcv-32V0134c8-go-xKnP0X9686kTQPF5XW8qzMCtgrVsE5JJf-z6lBhBb4hgvrGv-MKLiqkmiuZ_qZgJD1AfU5nCoT6EJXK6VzIWCv-yc4lrTi98Yg/s200/8833905497.png" width="125" /></a> Bisogna premettere che questo saggio è stato scritto dopo un altro celebre libro di Freud, <b>Totem e tabù</b>, in cui il medico austriaco aveva già analizzato dettagliatamente l'origine della religione, partendo dal totenismo e passando dall'animismo, alla magia, fino ad arrivare alle complesse forme religiose dei giorni nostri. </div>
<div>
Lo schema di pensiero di Freud in questo saggio è piuttosto semplice, ma efficace. Egli parte affermando che la natura profonda della civiltà ( cioè "<i>tutto ciò per cui la vita umana si è elevata al di sopra delle condizioni animali e per cui essa si distingue dalle bestie") </i>si basa sulla <i>coercizione</i> e <i>sulla rinuncia della pulsione.</i> L'uomo per sua natura è il primo nemico della civiltà poichè se si facesse guidare dalle proprie pulsioni (quali l'incesto, il cannibalismo e la voglia di uccidere) prenderebbe con la forza ciò che desidera senza tener conto degli altri esseri umani. Le coercizioni della civiltà vengono assimilate e interiorizzate in quella istanza psichica chiamata <i><b>Super-Io</b></i>; grazie a questa diventiamo esseri morali e sociali. Esistono, poi, altre privazioni che affliggono gli uomini, oltre quelle imposte dalla civiltà e dalla convivenza con gli altri individui; quelle legate al Destino, alla natura (cataclismi, pestilenze, morte). La strada per difendersi da queste privazioni, secondo il medico austriaco, sarebbe la religione.<br />
"<i>Similmente l'uomo non trasforma le forze della natura semplicemente in uomini con cui possa avere relazioni come i propri simili, [...], bensì dà loro il carattere del padre , ne fa degli dei..."</i><br />
Gli dei, inoltre, avrebbero avuto il compito di compensare le mancanze e i danni della civiltà, di occuparsi della sofferenza e vigilare sulle norme civili<i>. </i><br />
Freud sottolinea che con l'avvento delle religioni monoteiste si è "<i>accentuato quel nucleo paterno che da sempre era rimasto nascosto dietro ogni figura divina". </i>In altre parole, il bisogno di credere a delle divinità è un bisogno primordiale e infantile. Si tratta del<b><u> rapporto del figlio con il padre</u></b>: <i>"lo si teme quindi non meno di quanto lo si desideri ardentemente e lo si ammiri"</i>. Le persone crescendono diventano consapevoli che rimarranno sotto alcuni aspetti come dei bambini, che non potranno mai fare a meno della protezione di potenze sconosciute contro le avversità della vita.<br />
Per questa ragione, secondo il "Papà" della psicologia, la religione è un'<b><u>illusione</u></b>, cioè qualcosa che deriva dai desideri umani, che non necessariamente è vera o falsa, e che rinuncia alla propria convalida.<br />
Negli ultimi capitoli del libro Freud spiega che il suo intento non è quello di convertire all'ateismo i credenti, ma quello di dare una possibilità a quelle persone indecise se credere o no, promuovendo l'uso della ragione e del metodo scientifico.<br />
Concludendo, il libro, nonostante sia critico verso la religione (specialmente quella cattolica), a mio avviso, può essere uno spunto a ragionare sulle ILLUSIONI che noi tutti ci costruiamo, illusioni che hanno sempre una matrice motivazionale. Chiedersi, infine, se queste illusioni siano per noi, importanti, adattativi e necessari. <br />
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8321587034436332400.post-55693107555021728332013-06-04T02:49:00.001-07:002013-06-12T22:17:16.652-07:00Le Emozioni di Luigi Anolli<a href="http://giotto.ibs.it/cop/cop.aspx?s=B&f=170&x=0&e=9788840008158" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://giotto.ibs.it/cop/cop.aspx?s=B&f=170&x=0&e=9788840008158" width="121" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Dall'ultimo post pubblicato è passato molto tempo. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Gli impegni lavorativi e l'imminente esame di stato mi ha portato via molto tempo per la lettura. </div>
<div style="text-align: justify;">
In cantiere avevo questo interessantissimo libro di <b>Anolli</b> che cerca di fare una panoramica sulle <b>emozioni</b>. Un costrutto psicologico molto complesso dato la sua multidimensionalità. </div>
<div style="text-align: justify;">
In questo post non farò una sintesi completa di ogni capitolo del libro ma mi soffermerò sulla storia delle teorie principali delle emozioni.</div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
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<br />
<div class="MsoNormal">
Anolli definisce le emozioni come dei processi costituiti da
“collezioni specifiche e coerenti di risposte fisiologiche attivate da
determinati sistemi cerebrali nel momento in cui l’individuo si rende conto di
certi stimoli o situazioni”. Inoltre, il termine “<i>esperienza emotiva</i>”,
sottolinea l’importanza del confronto con la realtà e con la dimensione
soggettiva delle emozioni. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Da questa breve premessa è deducibile che, nello studio
delle emozioni, i punti di vista possono essere molteplici e possono essere
indagate varie componenti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Le teorie inerenti a questo oggetto di studio hanno,
infatti, preso in considerazione nel tempo la componente fisiologica o la
componente cognitivo comportamentale. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Per quanto riguarda la <b><i>componente fisiologica</i></b> le teorie più
importanti sono:<o:p></o:p></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
</div>
<ul>
<li><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;"><span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><b><u>La teoria periferica di James</u></b>: alla base
dell’esperienza emotiva ci sarebbe un meccanismo retroattivo dalla periferia
dell’organismo al sistema nervoso centrale. In altre parole noi “non tremiamo
perché abbiamo paura, ma abbiamo paura perché tremiamo.” La percezione dei
cambiamenti fisiologici nel nostro organismo determinerebbe l’esperienza
emotiva portando in questo modo a considerare l’emozione come il conseguente e
non l’antecedente dei cambiamenti fisiologici periferici. Alla base di questa
teoria è l’attivazione fisiologica (<b><i>arousal</i></b>), se non vi è attivazione non c’è
neanche l’emozione.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Questa teoria è
stata madre di altre teorie importanti come l’<i>ipotesi del feedback facciale</i> per
la quale le espressioni facciali forniscono informazioni motorie, cutanee e
vascolari che influenzano il processo emotivo. <b>Ekman</b> in una sua versione forte
di questa ipotesi afferma, inoltre, che le espressioni facciali siano sufficienti
a generare l’esperienza emotiva e possono essere regolate secondo <i>4 regole di
esibizione:</i> intensificazione e deintesificazione, neutralizzazione e
simulazione. </li>
<li><span style="font-family: Symbol; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;"><span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><b><u>La teoria centrale di Cannon</u></b>: attraverso alcuni
studi sul cervello degli animali, poté concludere che i centri di elaborazione
e di controllo dei processi emotivi sono localizzati centralmente nella regione
talamica. Ne consegue quindi che tutte le emozioni hanno la medesima
configurazione di risposte fisiologiche (arousal simpatico), detta reazione di
emergenza. Dalla scia di questa teoria si svilupparono numerosi studi
importanti come quelli fatti da <b>Papez</b> per individuare il <i>sistema limbico</i> e gli
studi che hanno confermato l’importanza dell’ipotalamo e dell’amigdala.</li>
</ul>
<br />
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
In seguito fu valutata anche la componente cognitivo le
teorie più rilevanti furono:</div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<ul>
<li><b><u>La teoria cognitivo-attivazionale di Schachter e
Singer</u></b>: concepì l’emozione come la risultante dell’interazione di due
componenti: una di natura fisiologica (arousal) e l’altra di natura psicologica.
<i>Occorre una attribuzione causale</i> che stabilisca una connessione fra queste due
componenti. In altre parole l’emozione è la risultante dell’arousal e di due
atti cognitivi: uno che riguarda la percezione e il riconoscimento della
situazione emotigena e uno che stabilisce la connessione tra questo atto
cognitivo e l’arousal stesso. Per spiegare meglio questo ultimo concetto Arnold
introdusse il termine <b><i>appraisal</i></b> e cioè un atto diretto di conoscenza che
integra la percezione e del quale si può diventare consapevoli solo al termine
dell’esperienza. Oltre alle teorie dell’appraisal fu rilevante anche la <i>teoria
del significato situazionale</i> di <b>Frijda</b> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>con
la quale si pone un’importanza alla struttura di significato di una determinata
situazione; ne consegue che l’emozione ha una dimensione soggettiva
determinante (due individui possono percepire in modo differente la medesima
situazione).</li>
<li><b><u>Il modello gerarchico evolutivo di Sherer:</u></b> l’emozione
è una costruzione formato da diverse componenti: percettivo-motorie, valutative
ordinate in modo gerarchico. Esistono tre livelli di organizzazione
percettivo-motorie: <i>senso motorio</i>(l’emozione si manifesta nelle forme più
primitive attraverso sistemi di attivazione e meccanismi innati e involontari),
<i>schematico </i>(intgrazione delle reazioni motorie con l’esperienza di particolari
situazioni) e <i>concettuale </i>(l’integrazione dell’esperienza emotiva coincide con
la capacità di riflettere su di essa). I tre livelli sono in vario modo
connessi e si influenzano reciprocamente. Secondo questo modello le differenze
nelle emozioni derivano dalle differenze nel modo in cui gli individui vivono,
interpretano e valutano il mondo.</li>
</ul>
<br />
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="mso-list: l1 level1 lfo2; text-indent: -18.0pt;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt;">
Le componenti comportamentali
delle emozioni sono state studiate in modo particolare da <b>Watson </b><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">che considera solo gli aspetti
descrittivi, comportamentali delle emozioni, e non considera i fattori
psicologici interni e soggettivi. Le emozioni sono determinate, dall'azione
degli stimoli sensoriali sul sistema nervoso attraverso, gli organi di senso. Per
Watson l’emozione è un comportamento: la rabbia è l'attacco, la paura è la
fuga. Il comportamentismo ha fornito importanti contributi dal punto di vista
applicativo con le loro tecniche del decondizionamento. Nello studio della
paura, i comportamentismi hanno evidenziato che essa può presentarsi in
presenza di stimoli neutri solo per<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la
loro associazione a stimoli spiacevoli; attraverso la tecnica della
desensibilizzazione sistematica, è possibile associare allo stimolo con valenza
negativa, un elemento a valenza positiva. </span><o:p></o:p></div>
<!--EndFragment-->Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8321587034436332400.post-57216194089716938082013-03-24T04:29:00.001-07:002013-03-24T04:29:54.287-07:00Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Mark Haddon<br />
<div style="text-align: justify;">
Dopo un libro impegnativo e un articolo scientifico vorrei fare una breve recensione su un <i>libro di narrativa</i> molto piacevole. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://m2.paperblog.com/i/6/60728/lo-strano-caso-del-cane-ucciso-a-mezzanotte-u-L-1.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://m2.paperblog.com/i/6/60728/lo-strano-caso-del-cane-ucciso-a-mezzanotte-u-L-1.jpeg" width="130" /></a>Alcuni autori, attraverso i libri romanzati o narrativi, scelgono di sensibilizzare i lettori su una tematica precisa: dalla guerra alla salute, dall'economia alla religione. Esistono numerosi libri che affrontano tematiche molto vicine alla psicologia e che introducono gli argomenti in modo soft, toccando le corde delle emozioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il senso per cui viene inserito in questo blog di psicologia è perché parla di una patologia, la <b>Sindrome di Asperger</b>, che spesso ha bisogno di un aiuto psicopedagogico.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
L'autore, <b>Mark Haddon</b>, attraverso il suo protagonista, ci descrive in modo accurato e verosimilmente le caratteristiche di chi ha questa malattia, ma non solo, affronta in punta di piedi anche le difficoltà di chi vive accanto a queste persone. </div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
La trama del libro è incentrata tutta sul personaggio principale, <b><i>Christopher Boone</i></b>, un ragazzino con la sindrome di Asperger, il quale trova nel giardino della vicina di casa, a mezzanotte e sette minuti, Welligton, il cane barbone di quest'ultima, morto infilzato da un forcone. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il ragazzino decide di comportarsi come un vero detective e scoprire l'assassino. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una trama semplice, con molti colpi di scena, ma la bellezza di questo libro è che Mark Haddon descrive i fatti come se fosse Christopher Boone. Il ragazzino parla delle sue difficoltà e della sua sviluppata intelligenza con naturalezza,semplicità e innocenza. Esprime i pensieri che spesso sono difficili da percepire in ragazzini con questa tipologia di malattia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La <b><i>Sindrome di Asperger (abbreviata in SA)</i></b> è un disturbo pervasivo dello sviluppo imparentata che ha alcune affinità con l'autismo. Le persone portatrici di questa sindrome (la quali cause sono ancora ignote) sono caratterizzati dall'avere una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. A differenza dell'<i>autismo</i>, però, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o dello sviluppo cognitivo.</div>
<div>
<br /></div>
I sintomi di questa malattia vengono descritti in modo molto creativo e interessante dall'autore. Di seguito elencherò i sintomi principali accennando come Mark Haddon l'argomento nel suo libro.<br />
<div>
<ul>
<li><b><i>Limitate relazioni sociali: </i></b>mancanza nel dimostrare empatia. I soggetti sperimentano difficoltà in aspetti basilare dell'interazione sociale, che può includere il mancato sviluppo di amicizie, la condivisione di interessi con altri, un deficit di reciprocità sociale o emotiva e un ridotto utilizzo del linguaggio non verbale come il contatto visivo, le espressioni facciali, la postura e i gesti. L'autore, attraverso il protagonista, manifesta queste difficoltà in modo esplicito dicendo che, anche se la sua insegnante di sostegno gli ha insegnato ad associare le emozioni agli smile (come nella figura) aveva ancora delle difficoltà a distinguerle nelle facce reali delle persone e che quando tirava fuori il foglietto degli smile per confrontare le espressioni della gente le persone se ne andavano. </li>
<li><i style="font-weight: bold;">Problemi di comunicazione: </i>una caratteristica comune nella comunicazione è il parlare <i>verso </i>(piuttosto che con) gli altri, con poca preoccupazione circa la loro reazione di risposta. Inoltre, i ragazzi con SA vengono a volte definiti come "piccoli professori" per il linguaggio troppo formale/ampolloso/pedante. Infine presentano alcune difficoltà nell'afferrare un senso diverso oltre quello letterale. Christopher Boone, per esempio, racconta di non saper raccontare le barzellette in quanto bisogna saper capire il senso delle parole diverso da quello letterale, cosa che lui non riesce a fare. </li>
<li><i style="font-weight: bold;">Interessi perseguiti con ossessione: </i>comportamenti motòrii stereotipati e ripetitivi (movimenti della mano, come sbattere o torcere, e complessi movimenti di tutto il corpo) sono una parte fondamentale per fare una diagnosi. Sono diversi dai tic nervosi in quanto sono più volontari e ripetuti meno ritmicamente. Un'altro comportamento evidente è la capacità di raccogliere e acquisire una grande quantità di informazioni dettagliate su un argomento senza necessariamente avere una reale comprensione dell'argomento considerato nella sua totalità. Questi interessi sono così pervasivi che spesso dominano l'interazione sociale e le attività. Nel libro sono molti i capitoli in cui il protagonista spiega dei teoremi matematici per spiegare, per esempio, la popolazione di rane in uno stagno o il problema dei Soldati di Conway.</li>
<li><i style="font-weight: bold;">Rituali inusuali: </i>l'attrazione verso forme di attività in cui si possa ritrovare un certo ordine, una determinata logica è l'altra faccia della medaglia di una carente flessibilità e di un senso di inadeguatezza per le situazioni nuove. A causa di ciò, i bambini con SA spesso adottano comportamenti ossessivi e rituali inusuali nelle attività quotidiane fino ad arrivare a manifestare ragionamenti estremamente sofisticati, un'attenzione pressoché ossessiva rivolta ai dettagli delle cose o della comunicazione. Al protagonista del libro di Mark Haddon non piace il giallo e il marrone (che sono per lui il colore degli escrementi e dell'urina) e si rifiuta di mangiare qualsiasi cosa che abbiano i medesimi colori. Inoltre per lui vedere, nel tragitto da scuola, 4 auto gialle significava avere una Giornata Nera, 4 auto rosse una Giornata Straordinaria.</li>
</ul>
</div>
<div>
<div>
<br />
<br /></div>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8321587034436332400.post-17745738591661778952013-03-18T07:45:00.001-07:002013-03-18T07:47:14.352-07:00THOMAS, Theory of Mind Assessment Scale<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.theoryofmind.info/files/page22_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="136" src="http://www.theoryofmind.info/files/page22_1.jpg" width="200" /></a>Quante volte vi è capitato di prevedere esattamente il comportamento del vostro compagno o dei vostri genitori? O adottare un comportamento per attuare negli altri l'azione che volevate? O ancora, capire l'emozione che sta provando un vostro amico in una situazione stressante?</div>
<div style="text-align: justify;">
In psicologia questi processi vengono studiati nell'ambito della <b>Teoria della Mente.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Questo post riassume un articolo che spiega i concetti base di questa capacità dell'uomo e descrive un strumento di valutazione per questo costrutto, <b>il ThOMAS.</b></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La Teoria della Mente (Theory of Mind, ToM) "<i>è la capacità di un individuo di attribuire stati mentali a se stessi e ad altri individui e di utilizzare tale conoscenza per spiegare e prevedere (e quindi eventualmente modificare) il proprio e altrui comportamento.</i>" (Premack e Woodruff 1978)</div>
<div style="text-align: justify;">
Spesso questo termine viene usato, erroneamente, come analogo di metacognizione; quest'ultimo, infatti, è un concetto più ampio che comprende anche altre capacità come la funzione del Sé riflessivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La teoria della mente ha <b>molteplici funzioni</b>. Una funzione è quella sociale: la capacità di compiere complesse attribuzioni di stati mentali permette di spiegare, di predire e di agire sul comportamento proprio e altrui (More, Frye, 1991). è, quindi, possibile considerare due ulteriori specificazioni della funzione sociale della teoria della mente. Da un lato permette di dare un senso al comportamento interpersonale (Astington, 2003; Baron-Cohen, 1995). Dall’altro permette di essere partner comunicativi competenti, cioè di poter dare un senso alla comunicazione, dal momento che comprendere il messaggio comunicato significa cogliere l’intento comunicativo della persona. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono state formulate alcune proposte su possibili legami tra ToM e diversi <b>disturbi psicopatologici</b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un esempio è l'<i><b>autismo</b></i>, in quanto un individuo autistico sembra avere dei deficit nel percepire l'esistenza di stati mentali nelle altre persone, e sembra essere incapace di dare una spiegazione mentalistica delle interazioni sociali che lo circondano e lo coinvolgono. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una spiegazione analoga è stata proposta per la <i><b>schizofrenia</b></i>: lo schizofrenico sarebbe un individuo che ha invece sviluppato una ToM normale nel corso della sua esistenza, ma che ha perso a causa dell'insorgenza della malattia. Ciò avverrebbe a causa di degenerazioni di particolari neuroni nella corteccia orbito-frontale. I deliri e le allucinazioni potrebbero essere quindi tentativi di dare comunque senso agli eventi e ai pensieri propri e altrui. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Negli ultimi l'interesse per questa teoria è cresciuto tanto da produrre diversi strumenti di valutazione delle capacità di mentalizzazione delle persone. I test più usati sono quelli che vengono chiamati come <b>Compiti di Falsa Credenza</b>. L'assunto di base di queste prove sarebbe che l'unica certezza della capacità di un soggetto di avere una teoria della mente sarebbe la sua capacità di attribuire ad un altro individuo credenze differenti dalle proprie. Una capacità che normalmente negli esseri umani è riscontrabile a partire dai 3-4 anni di vita. Il compito si basa, in estrema sintesi, sul “trasferimento inaspettato” di un oggetto da un posto all’altro all’interno del seguente scenario (un primo personaggio mette l’oggetto che tiene in mano, ad esempio una biglia, in un contenitore x e poi se ne va; in sua assenza un secondo personaggio sposta l’oggetto dal contenitore x al contenitore y; quindi il primo personaggio rientra in scena e dichiara che andrà a prendere la sua biglia) a cui segue la richiesta di indicare dove il personaggio in questione cercherà l'oggetto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Recentemente questo paradigma è stato criticato in quanto la teoria della mente non è soltanto la capacità di leggere gli stati mentali degli altri, ma anche la capacità di un soggetto di leggere i propri stati mentali.</div>
<div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo strumento che viene presentato cerca proprio di colmare queste e altre lacune.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il ThOMAS è un'intervista semi-strutturata che si realizza in un colloquio tra l'intervistatore e la persona della quale si vuole valutare la ToM. é un'indagine diretta in quanto è il soggetto stesso ad esprimere la propria conoscenza sugli stati mentali propri e altrui, stimolandolo con appropriate domande su cosa siano pensieri, emozioni, credenze e quali ne siano le cause e le relazioni. In questo modo il soggetto riflette e teorizza sul proprio concetto di mente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il ThOMAS è composto da <u>domande aperte</u> che consentono di esprimere liberamente il proprio pensiero, l'intervistatore interviene solo per chiedere degli esempi concreti e reali sulle risposte che vengono date. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le domande sono organizzate in quattro scale:</div>
<div style="text-align: justify;">
<ul>
<li><b>Scala Io-Me</b>: la conoscenza che il soggetto ha dei propri stati mentali;</li>
<li><b>Scala Altro-Sé</b>: la conoscenza che, secondo il soggetto, le altre persone hanno dei propri stati mentali;</li>
<li><b>Scala Io-Altro</b>: la conoscenza che, secondo il soggetto , le altre persone hanno degli stati mentali del soggetto stesso;</li>
<li><b>Scala Altro-Me</b>: la conoscenza che il soggetto ritiene di avere degli stati mentali delle altre persone.</li>
</ul>
Ciascuna scala si suddivide ulteriormente in tre sottoscale:</div>
<div style="text-align: justify;">
<ol>
<li><i><b>Consapevolezza</b></i>: la capacità che il soggetto ha di percepire e differenziare in sé e negli altri credenze, desideri ed emozioni.</li>
<li><b><i>Relazione</i></b>: la capacità del soggetto di cogliere le relazioni causali tra i diversi stati mentali e tra questi e i comportamenti che ne discendono. </li>
<li><b><i>Realizzazione</i></b>: l'effettiva capacità di mettere in atto strategie per raggiungere gli obiettivi desiderati.</li>
</ol>
Tutte e tre le sottoscale si concentrano in particolare su emozioni, desideri/intenzioni e credenze. Per quanto riguarda le emozioni, inoltre, sono state distinte le emozioni che la persona intervistata reputa soggettivamente positive da quelle che reputa negative. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I punti di forza di questo strumento, oltre a quelli già accennati, sono che il ThOMAS non opera sui trascritti delle sedute terapeutiche, il che lo rende molto più agile e meno limitato nelle applicazioni, e, inoltre, che non richiede un setting specifico di somministrazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Articolo "ThOMAS, theory of mind assesment scale: uno strumento per la valutazione della teoria della mente" di F.M. Bosco, L.Colle, R.S.Pecorara e M.Tirassa pubblicato in SISTEMI INTELLIGENTI/ a.XVIII, n. 2, agosto 2006</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br /></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8321587034436332400.post-58893917859290209312012-12-17T13:25:00.001-08:002013-12-11T03:16:18.093-08:00STATI dell'IO- Moiso e Novellino<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://cs.ilgiardinodeilibri.it/cop/s/w147/stati-io.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://cs.ilgiardinodeilibri.it/cop/s/w147/stati-io.jpg" /></a></div>
Il primo libro di questo blog è fresco fresco di lettura e si chiama <b>"Stati dell'Io"</b>. Gli autori, <i>Carlo Moiso e Michele Novellino</i>, cercano di fare ordine nel marasma di idee emerse dal filone dell'<b><i>analisi transazionale</i></b> e provano a spiegare in modo più semplice possibile i principi di questa teoria. Mi sembra un buon inizio per chi volesse iniziare ad avvicinarsi con interesse a questo filone psicologico, tenendo conto, come dicono gli autori stessi, che questo libro non è altro che una sintesi e non sostituisce tutta la letteratura a riguardo. Io in questo post farò quindi una sintesi della sintesi (o per lo meno ci provo :D).</div>
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<a href="http://www.at-portugal.org/images/eric_berne.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://www.at-portugal.org/images/eric_berne.jpg" height="200" width="153" /></a></div>
Per prima cosa cos'è l'analisi transazionale e da dove salta fuori questa teoria. Viene per la prima volta teorizzata da <b>Eric Berne</b> nel 1961 con il suo primo testo <i>Transactional Analysis in Psychoterapy </i>e viene presentata inizialmente come un'analisi strutturale, cioè ad una descrizione della personalità e degli stati dell'Io, e in seguito come un'analisi delle relazioni dinamiche degli individui. In questo post mi limito a descrivere in questo modo Berne e la sua teoria perchè sicuramente mi accingerò a leggere i principali libri dell'autore.</div>
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Classicamente l'Analisi Transazionale viene divisa in quattro aree:</div>
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<a href="http://menteindisordine.files.wordpress.com/2008/03/stati-dellio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://menteindisordine.files.wordpress.com/2008/03/stati-dellio.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
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<li style="text-align: justify;"><i>L'analisi strutturale</i>: in questa area vengono distinti tre diversi Stati dell'Io:<b> l'Io Adulto</b>, la parte logica e razionale di ognuno di noi, <b>l'Io Bambino</b>, la parte creativa con caratteristiche infantili e <b>l'Io Genitore</b>, caratterizzato da pensieri, reazioni emotive e stili comportamentali provenienti dall'esterno (norme, morale, fede ecc). Il Bambino può manifestarsi sotto due forme: il <b>Bambino Adattato</b>, che esibisce un comportamento che si può dedurre essere sottomesso alla influenza genitoriale, e il<b> Bambino Naturale</b> che esibisce forme autonome di comportamento. Esistono inoltre due funzioni operative per il <b>Genitore</b> che può essere <b>Normativo</b> con atteggiamenti proibitivi o imperativi, e il <b>Genitore Affettivo</b>, che si manifesta con una serie di atteggiamenti di natura permissiva. In ogni Stato dell'Io esistono un versante positivo e un versante negativo: per positivo si intende quel versante le cui operazioni favoriscono scelte e comportamenti di tipo costruttivo per l'individuo e la società; per negativo s'intende quel versante le cui operazioni favoriscono, attraverso scelte e comportamenti auto-eterodistruttivi. Berne osservò che i tre stati dell'Io presentano le seguenti proprietà: il il <u>potere esecutivo</u>, cioè il potere che ognuno dei tre stati dell'Io ha di assumere il controllo dell'attività neuromuscolare dell'organismo; l'<u>adattabilità</u>, cioè la capacità di ognuno dei tre stati dell'Io di essere usato per rispondere comportamentalmente a stimoli sociali; la <u>fluidità biologica</u>, cioè la facoltà di ognuno dei tre stati dell'Io di cambiare e di evolversi; l'<u>intelligibilità</u>, per cui ogni individuo può con l'introspezione, dire in quale stato dell'Io si trovi a un dato momento. Queste proprietà rendono possibile diagnosticare gli stati dell'Io sia in se stessi che negli altri. </li>
<li style="text-align: justify;"><i>L'analisi delle transazioni</i>: si occupa degli scambi di stimoli e risposte tra persone. <b>La transazione</b> è uno scambio tra due persone, che consiste in uno stimolo e una risposta fra specifici stati dell'Io. Berne sottolinea che essere stimolati costituisce uno dei bisogni primari degli organismi evoluti. Sviluppa in questo modo il concetto di <b>carezza</b>, cioè una qualsiasi azione che comporti il riconoscimento di una persona, soddisfacendone così la fame di carezze. Le carezze vengono classificate in base alla <u>modalità di espressione</u> (fisiche, verbali e mimiche), <u>alla direzione</u> (condizionate, date per avere un determinato comportamento, incondizionate, cioè date per l'essere della persona), <u>all'intento</u> (positive, negative) e <u>l'esito</u> (costruttive, improduttive, distruttive). La carezza non arriva solo dall'esterno ma può essere interna attraverso il dialogo interno. Ogni volta che un individuo inizia una transazione ha la scelta dello stato dell'Io con il quale iniziare con il quale rispondere allo stimolo. inoltre, ogni conversazione consiate in una serie di transazioni legate fra loro. Le transazioni più comuni sono:<i style="font-weight: bold;">- transazione semplice: </i>interessano negli interlocutori due stati dell'Io. I due interlocutori possono usare lo stesso stato, per esempio entrambi lo stato Adulto, transazioni tra omologhi, ("che ore sono?" "Sono le tre"), oppure avere uno lo stato di Genitore e uno Bambino, transazione non tra omologhi, ("ti voglio bene" "ne ho bisogno"). -<b style="font-style: italic;">transazione complesse: </b>possono essere <u>incrociate</u>, cioè lo stimolo viene pensato per interlocutori dello stesso stato, ma la risposta viene dato da stati diversi. Per esempio uno stimolo è pensato da Adulto a Adulto ("Come sta?") ma la risposta viaggia da Genitore a Bambino ("Pensi piuttosto a se stesso!"). l'altro tipo di transizioni complesse sono le transazioni <u>ulteriori</u> e sono caratterizzate dalla presenza di un messaggio ulteriore che corrisponde a un livello psicologico nascosto. Il messaggio psicologico può essere o no inconsapevole (es: ""mi piaci davvero vestita così" aggrottando la fronte con disapprovazione"). -<i style="font-weight: bold;">transazione a carambola: </i>è una transazione ulteriore, in cui il messaggio è diretto a una terza persona presente (il padre che dice alla madre con il figlio presente "Penso che Marco dovrebbe studiare di più!")-<i style="font-weight: bold;">transazione della forca: </i>è una transazione ulteriore, in cui il messaggio psicologico è teso a ottenere l'approvazione altrui su un comportamento autodistruttivo (un alcolista ad un membro del gruppo di Anonimi Alcolisti "Ieri ho fatto una bevuta con gli amici, eh eh sono proprio inguaribile!").</li>
<li style="text-align: justify;"><i>L'analisi dei giochi psicologici: </i>il costrutto di <b>giochi psicologici</b> ha avuto un'evoluzione costante. Inizialmente Berne li definiva come delle "serie continuata di transazioni ulteriori, che tendono ad un tornaconto ben definito e prevedibile". Può essere quindi definito anche come un meccanismo manipolatorio appreso, che inizia con una svalutazione e termina con una conferma degli assunti di base del copione sia a livello cognitivo che emotivo. Sono caratterizzati dalla loro ripetitività e si svolgono al di fuori della consapevolezza Adulta. I giochi si classificano in base al <u>grado di disagio</u> che provoca nei giocatori, in base <u>all'intensità di stress</u> (leggeri e pesanti), lo <u>scopo</u> del gioco (tornaconto, motivi, vantaggi) e i <u>ruoli</u> (salvatore, persecutore, vittima). Un tipico gioco psicologico in una coppia potrebbe essere per esempio il seguente: Y dice "Lascia che io ti aiuti!" e Z risponde " Sì, abbi cura di me!"; in questo caso Y gioca a "Che faresti senza di me" e Z gioca a "Povero me!", avendo uno il ruolo di salvatore e l'altro da vittima. </li>
<li style="text-align: justify;"><i>L'analisi del copione: </i>Berne definisce il <b>copione</b> come "un piano di vita basato su una decisione presa nell'infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli eventi successivi, e che termina con un'alternativa prescelta dalla persona". In altre parole questo piano di vita è basato sulle decisioni che una persona può prendere a ogni tappa del suo processo evolutivo, le quali limitano la sua consapevolezza, inibiscono la sua spontaneità e anche la sua intimità, rendendolo poco flessibile e poco autonomo. I copioni psicologici possono essere classificati secondo il <u>tempo</u> (modalità temporali in cui si svolgono: mai, sempre, prima, dopo, quasi, a finale indeterminato), secondo il <u>destino</u> (costruttivo, distruttivo e improduttivo), secondo <u>l'intensità</u> (intesa come il rapporto tra tempo trascorso in comportamenti di copione e tempo trascorso in comportamenti non di copione), secondo la <u>gravità</u> (secondo il grado di distruttività presente nel copione), secondo la <u>patogenesi</u> (introiettato, traumatico e misto), secondo <u>l'estensione</u> (ci si riferisce alla vastità della popolazione che ne condivide gli assunti base del copione: culturale, subculturale, familiare, individuale).</li>
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Il libro, inoltre, affronta tematiche importanti quali le tappe evolutive degli stati dell'Io, la strutturazione del tempo, la patologia degli stati dell'Io, la simbiosi e la svalutazione, il ricatto ecc ecc.<br />
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Sicuramente si tratta di un libro denso di informazioni, complesso nella terminologia e non così immediato nella comprensione di alcuni costrutti. Il merito di questi due autori è l'aver amalgamato la teoria di Berne con le teorie nate in seguito nella scuola dell'Analisi Transazionale.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8321587034436332400.post-17200477457720746402012-11-28T00:37:00.000-08:002012-12-16T11:52:19.003-08:00Un nuovo inizio<div style="text-align: justify;">
Ogni progetto, da quanto ho potuto constatare nel corso degli anni, nasce da un bisogno che aumenta e che necessita di essere manifestato. é questa la natura di questo blog.</div>
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In realtà i bisogni in questo caso sono due: la voglia di scrivere e la voglia di leggere.</div>
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In questo periodo nuovo per la mia vita, dovuto alla conclusione del percorso universitario e all'inizio di quello lavorativo, a questo nuovo inizio, sento la necessità di trovarmi degli spazi per queste due grandi passioni che mi sono sempre portato dietro nel corso di questi anni.</div>
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Certo la domanda viene spontanea: non potevo soltanto leggere e soltanto scrivere? Avrei potuto ovviamente, ma, forse come altri oltre a me, per iniziare a fare costantemente qualcosa devo aggrapparmi a una motivazione, affiancarmi a delle responsabilità o semplicemente seguire un rito che mi scandisca il ritmo di ciò che mi accingerò a fare.</div>
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Oltre a ciò provo piacere a spendere il mio tempo per qualcun altro. E nel mio delirio sociale spero che questo blog possa essere materiale di condivisione per persone che cercano, nell'enorme rete di internet, appunti su i più grandi scrittori e autori della psicologia.</div>
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Anticiparvi ora quali saranno gli autori che troverete è impossibile in quanto i miei interessi nell'ambito della psicologia sono numerosi (Psicologia Positiva, Apprendimento, PNL, autori classici ecc ecc) e non posso sapere che cosa trovo sugli scaffali delle librerie.</div>
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Per chi volesse seguire i miei post invito già ora a commentare quanto scrivo e a consigliare letture interessanti che possano essermi di aiuto o di approfondimento.</div>
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Che altro posso dirvi se non BUONA LETTURA?</div>
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A presto!</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/17689616153434403169noreply@blogger.com3